Perchè ho voluto Derevianko per il triplice ruolo di Dio/strega/demone in "Demoni"? Innanzi tutto a causa del suo fisico particolarissimo. Volodia è proprio il daimon greco, il che non è una parola negativa, significa un essere sovrannaturale. Anzi, direi che è difficile trovare gli aggettivi adatti per descriverlo. E' semplicemente il più grande ballerino del mondo, unico nel suo genere.
Inoltre, Vladimir ha una personalità a dire poco straripante. Ed ha una personalità fisica fortissima. Basta stargli accanto qualche minuto per sentire l'energia che emana. Chi altro, dunque, avrebbe potuto interpretare i miei "Demoni"? La fisicità così prorompente di Derevianko lo ha reso perfetto per la figura di Dioniso, Dio della trasgressione e simbolo di quella fisicità così tipica della cultura greca in cui gli dei stessi avevano caratteristiche e sembianze umane.
Il secondo personaggio che Derevianko interpreta in "Demoni" è quello di una strega, posseduta dal demonio. Una cosa strana successe la prima volta che c'incontrammo in sala e io gli spiegavo il lavoro: mentre gli parlavo di "Demoni" e della strega, ebbi la netta impressione, ad un certo punto, che Volodia non mi stesse più ascoltando, guardava da tutt'altra parte. Pensai che fosse un atteggiamento di sufficienza da parte sua, che stesse facendo l'etoile; poi mi sono accorto che si era già immedesimato nella parte, stava già immaginando lo spettacolo e lo interpretava mentalmente. Era, come la strega in "Demoni", in una specie di trance. Un artista è veramente grande quando riesce a "diventare" (non semplicemnente "interpretare") un'altra persona. Volodia lo fa in continuazione; nel suo corpo, come in quello della strega, vivono altre persone ed altri corpi.
E' meraviglio lavorare con Vladimir, quando entro in sala non ho mai idee precostituite e quindi il ballerino è libero di offrirmi i suoi spunti: Vladimir ne ha talmente tanti da offrire! Egli è un attore moderno e un danzatore moderno. E' duttile, ha la mente aperta. L'ultimo assolo di "Demoni", per esempio, è un innesto tra lo stile mio e la scuola classica di Volodia. C'è stato un vero processo creativo fra noi. Non uso spesso la parola "creativo" perchè sa tanto di divino, ma in questo caso, parlando di Derevianko, credo che la parola sia azzeccata!